Dagli scarti alla bellezza. È così che da vecchi abiti usurati, destinati alla discarica, rinascono originali shopper, cioè borsette da spesa, da regalare ogni giorno ai propri clienti. Succede a Isola della Scala dove il tema della sostenibilità ambientale sta sempre più a cuore anche ai titolari delle attività commerciali, che uniscono le forze esprimendo la propria creatività attraverso nuove idee green. Ad allearsi nel segno di un’economia circolare, dall’anima sostenibile, sono in questo caso il Salone di parrucchiere Chiara Hair Studio e il laboratorio di borse e accessori Vabè di Valeria e Beatrice. Due realtà locali che operano mettendo in campo azioni concrete per promuovere e diffondere il concetto sempre più urgente di tutela ambientale. E lo fanno riciclando vecchi vestiti, tende, lenzuola, gonne e camice recuperati non solo nei propri armadi, ma anche in quelli dei loro clienti, invitandoli a portarglieli. Tessuti di ogni genere e foggia che riprendono vita sottoforma di originali borsine, uniche e inimitabili, usate al posto dei tradizionali sacchetti di carta. Recupera, riusa e riduci i rifiuti. Sono le parole d’ordine alla base di questa idea forgiata su misura che mira a conciliare l’attenzione all’ambiente e il concetto di bellezza.
Un principio perseguito con piccoli gesti quotidiani che diventano pratiche verdi. Chiara Hair Studio recupera i tessuti e li porta al laboratorio di Vabè, dove vengono trasformati in shopper ecologiche da regalare ai clienti. Il progetto prende spunto da un’epoca in cui lo spreco non esisteva. Quando a tutto si dava una seconda vita. «Una nonnina di 90 anni con la passione per il cucito realizzava borsine con tessuti usati, lo faceva perché nella sua vita aveva sempre riciclato tutto», racconta Chiara, l’artefice del progetto. «Tempo fa ne ricevetti una in regalo e da lì il mio pensiero ha cominciato a viaggiare: ho proposto una collaborazione a Vabé che è stata accolta con entusiasmo, a fronte di un compenso simbolico». «Le prime borse sono nate da un bell’abito fiorito che avevo rovinato e che quindi non potevo più indossare né cedere», aggiunge. «Le mie clienti hanno apprezzato subito l’iniziativa, portandomi i loro vecchi abiti che trasformiamo in borse che possono essere riusate per tanti altri scopi. Il filo conduttore di tutto è il riciclo, a cui tengo molto, e che cerco di diffondere come pratica quotidiana, nella speranza che altre attività adottino questo progetto». Un’idea facilmente replicabile e che fa bene al pianeta. «Riusare salva l’ambiente e accende la creatività maturando una maggiore sensibilità e rispetto nei confronti delle cose», commentano Beatrice e Valeria, che nel progetto di recupero creativo mettono mani e cuore. Un esempio virtuoso per ridurre gli sprechi e abbattere la produzione di rifiuti destinati alla discarica, dimostrando che per difendere l’ambiente, sempre più minacciato, ognuno deve fare la propria parte.
Lidia Morellato (L’Arena)