La «marea verde» di rifiuti plastici e scarti vegetali è riapparsa nella conca di Torretta di Legnago. E la Regione sollecita 13 Comuni del Veronese ritardatari a sottoscrivere la convenzione «salva Canalbianco». Da diversi giorni, in prossimità delle chiuse dell’idrovia, si è riformata sull’acqua la coltre maleodorante formata sia da erba e piante in decomposizione che da decine di bottiglie ed altri scarti in plastica gettati dagli incivili di turno lungo il canale navigabile ed i suoi affluenti. L’accordo Tutto ciò nonostante la scorsa estate sia stata stilata, su pressing del Comune di Legnago, una convenzione tra la Regione e 50 Comuni del Veronese e del Rodigino interessati direttamente, ma anche indirettamente, dal passaggio dell’idrovia che collega Mantova all’Adriatico. Tuttavia, alla fine dello scorso marzo, ovvero a distanza di sette mesi dalla trasmissione da parte di Venezia dello schema di convenzione ben 27 municipi delle due province non risultavano aver ratificato il patto attraverso i rispettivi consigli comunali. Con il risultato che le pulizie della conca, fino ad oggi, sono state solo parziali a causa del patto anti-rifiuti non ancora sottoscritto da tutti gli enti. Per questo motivo, Elisa De Berti, vicepresidente della Regione ed assessore agli Affari legali, pubblici, infrastrutture e trasporti, ha scritto a ciascun municipio «inadempiente» sollecitandolo ad aderire quanto prima a tale convenzione e a trasmettere l’atto di approvazione del testo della convenzione. Nei prossimi giorni, dunque, si saprà se tutti gli enti mancanti all’appello avranno aderito alla richiesta. L’obiettivo L’adesione di tutti i Comuni coinvolti è necessaria, come ha evidenziato De Berti nella missiva, «al fine di giungere alla firma della convenzione nel minor tempo possibile».
Dei 31 Comuni veronesi interessati, quelli richiamati dalla Regione per non aver varato il provvedimento a marzo erano una quindicina. Nel frattempo qualche amministrazione, come quella di Oppeano, ha provveduto ad approvare il patto. In totale, il progetto, che ha come capofila l’amministrazione di Legnago per il versante scaligero e quella di Adria per il Rodigino prevede il versamento complessivo da parte dei municipi di 45mila euro annui fino al 31 dicembre 2026. Ciascuno dei 50 Comuni risulta coinvolto nella «responsabilità condivisa» in quanto direttamente attraversato dall’idrovia oppure perché appartenente al bacino idraulico dei principali affluenti del Fissero – Tartaro – Canalbianco. La Regione De Berti commenta: «Dietro a questo protocollo d’intesa c’è un lavoro intenso, durato oltre un anno e mezzo, volto a mettere d’accordo tutti i Comuni, il Consorzio di bonifica e l’Autorità di bacino. Il problema dei rifiuti nel Canalbianco non può ricadere soltanto su Legnago ed Adria». «Mi auguro», rimarca la vice di Zaia, «che la lettera abbia sortito l’effetto sperato e che le amministrazioni comunali mancanti provvedano ad approvare il protocollo celermente». La questione dei rifiuti «galleggianti» di Torretta è stata discussa pure nell’ultimo consiglio comunale, «Ad oggi», ha protestato Angelo Guarino, del Gruppo misto, «abbiamo verificato un peggioramento della situazione, malgrado l’accordo sia stato attivato nell’agosto 2021». «È stato proprio il nostro Comune», ha replicato il sindaco Graziano Lorenzetti, «a coinvolgere la Regione e gli altri enti preposti affinché si trovasse un’intesa su tale problema. Solleciteremo i municipi che non hanno ancora aderito».
Fabio Tomelleri – (L’Arena)