Lungo entrambe le corsie della 434 si moltiplicano gli abbandoni di ogni tipologia di scarti. La zona più critica tra Legnago e Menà.
Lungo la Transpolesana, a Legnago e nei Comuni del Basso Adige, l’inciviltà non va in ferie. Elettrodomestici, pneumatici e perfino lastre di eternit: si può trovare un po’ di tutto lungo le piazzole di sosta della strada statale 434 che collega Verona a Rovigo.
A trasformare in discariche a cielo aperto gli spazi che dovrebbero essere esclusivamente riservati alle soste di emergenza di auto, camion e moto in transito lungo la superstrada sono sempre loro: i «turisti del rifiuto».
Nomadi del cassonetto
Su cosa spinga certi individui a compiere anche diversi chilometri per scaricare scarti di ogni genere lungo la tratta a quattro corsie, due verso Verona e altre due in direzione di Rovigo, all’altezza della città del Salieri è ancora un mistero. Visto che a Legnago e nei centri limitrofi le opportunità di smaltimento dell’immondizia in maniera corretta, attraverso le competenti società di gestione dei rifiuti o gli ecocentri, non mancano.
Il fenomeno degli abbandoni, che non passa inosservato ai tanti conducenti che percorrono quotidianamente la 434, interessa in queste settimane soprattutto le piazzole di sosta comprese tra i Comuni di Legnago, Villa Bartolomea e Castagnaro, in entrambe le direttrici.
Nella tratta più a nord, tra Oppeano e Legnago, la situazione invece è più «rosea», visto che negli spiazzi a bordo strada è presente soltanto qualche sacchetto. Tutto ciò, probabilmente, è dovuto agli effetti della convenzione triennale, valida fino al 2026, che prevede periodiche pulizie nelle zone di sosta in entrambe le direzioni a carico di nove municipi, da San Giovanni Lupatoto e Castagnaro passando per Oppeano (capofila), che sono attraversati dalla via di grande comunicazione.
Piazzole come discariche
Procedendo da nord a sud, dunque, in direzione di Rovigo gli involucri di plastica e gli altri oggetti abbandonati iniziano a comparire sulle piazzole in maniera copiosa già dall’uscita che precede lo svincolo di Cerea. Altri contenitori con materiale di vario tipo si possono scorgere tra San Pietro e Vangadizza e da qui fino a Villa Bartolomea.
In una piazzola tra Castagnaro e Menà ci sono addirittura calcinacci, copertoni e lastre di eternit. Sempre a Menà, ma ad alcune centinaia di metri dallo svincolo per la frazione, gli scarichi abusivi interessano pure la vicina via Valle Menà.
Situazione critica
Lungo la direttrice per Verona, la zona più critica, immortalata anche sui social dagli automobilisti di passaggio, è costituita dalle due piazzole al confine tra Villa Bartolomea e Legnago. Nella prima, in territorio di Villa, oltre a decine di sacchetti di plastica con all’interno di tutto e di più c’è pure un piccolo frigorifero abbandonato, il tutto contornato da un odore nauseabondo.
Sotto il cartello «zona sottoposta a videosorveglianza» c’è addirittura un paraurti di un’auto.
Proseguendo verso nord, varcato il confine di Legnago, la doppia piazzola che si incontra subito dopo il cartello di inizio del territorio cittadino è una discarica diffusa, visto che il pattume occupa entrambi gli spazi. Anche qui ci sono, circondati dai sacchetti, un frigo, un divano e vecchie lastre per tettoie.
Fabio Tomelleri (L’Arena)